Intervista a Ivan Capelli, in Formula Uno dal 1985 al 1993 ha corso con scuderie prestigiose come Tyrrell, Jordan e Ferrari. E’ l’ultimo pilota italiano titolare della Rossa (Anno 1992). Dal 1998 è commentatore tecnico per la Formula Uno e Gp2 nella televisione italiana Rai.
D. Da alcuni anni sei una delle voci Rai che raccontano ai telespettatori italiani le gare di Formula Uno e di Gp2: com’è nata quest’avventura?
R. Nel 1997 non potendo più trovare un volante in un Campionato Internazionale o Nazionale che mi soddisfacesse, ho raccolto l’invito di Oscar Orefici, ed ho debuttato come commentatore televisivo per l’allora Telepiù. L’anno successivo sono stato contattato dalla Rai per le telecronache sui canali nazionali e da 13 anni sono la voce tecnica della Formula 1 per la Rai: devo ammettere che mi ha dato grandi soddisfazioni anche questo lavoro.
D. I telecronisti sono i compagni di viaggio di ogni telespettatore: trasmettono informazioni che le immagini talvolta non riescono a comunicare, trasmettono adrenalina nell’accompagnare con enfasi i telespettatori nelle imprese dei campioni in pista. Da quando sei in Rai, qual è la gara che oggi ti ricordi con grande emozione?
R. Le gare le vivo tutte intensamente. Alla partenza ad esempio ho ancora le palpitazione come quando ero al volante. In realtà sono tutte belle ed entusiasmanti, ma ricordo intensamente quelle dove c’è stato un pilota italiano a vincere come Fisichella in Brasile o Jarno Trulli a Montecarlo con la Renault, anche perché sono compagni nella Nazionale Piloti.
D. Seguire il Circus della Formula Uno in giro per il mondo è un impegno abbastanza stressante: nel tempo libero quali sono le tue grandi passioni?
R. Il calcio è una delle mie passioni anche se da quello giocato sta diventando sempre di più quello guardato. In generale ho impegni per le associazioni di beneficenza e quelli legati all’attività di lavoro personale.
D. Sei uno dei simboli più rappresentativi della Nazionale Piloti: che cosa vuol dire per te scendere in campo vestendo i colori di questa squadra?
R. E’ un grande onore perché nel corso degli anni ho condiviso esperienze con grandi campioni per uno scopo così importante: dare un sorriso ed un aiuto concreto a chi è meno fortunato. In questo modo ho avuto anche possibilità di calcare campi di calcio di prima grandezza.
D. Ad ogni partita scendi in campo con dei compagni di squadra d’eccezione come Schumacher, Alonso o Trulli: ci puoi raccontare un episodio particolare che hai vissuto con loro e che ti ha colpito maggiormente?
R. Di episodi ce ne sono a centinaia che coinvolgono un po’ tutti ma la cosa più divertente è quando abbiamo fatto una partita a Napoli allo Stadio San Paolo. Prima dell’inizio della partita, Michael Schumacher non aveva avuto modo di riscaldarsi perché inseguito un po’ da tutti, in quanto gli chiedevano gli autografi. Questo sicuramente rientra nella normalità ma … un personaggio in particolare mi è rimasto in testa: invece di cercare l’autografo voleva regalargli un corno rosso porta fortuna. Michael non capiva ed è stato molto divertente vedere Schummy inseguito per tutto il campo.
D. Oltre che ad essere componente della Nazionale Piloti, nel 2010 sei stato coinvolto in un altro importante progetto chiamato Compagni di Viaggio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù: ci puoi dare qualche risultato di questa grande avventura?
R. L’avventura compagni di viaggio non è ancora terminata perché visto il successo nella raccolta del materiale dei piloti di Formula 1, l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù ha deciso di fare un evento molto importante per raccogliere il più possibile ed avverrà a settembre 2011 dopo il Gran Premio d’Italia.